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Indiferent de procente, scuze vor găsi, întotdeuna. Åži, ca întotdeuna, îi vom &#Å2c0;2au8£iona”.Problema este reprezentată (ÅŸi) de această atitudine a unor reprezentanÅ£i mass-media. “Câinele de pază al democraÅ£iei” este de (prea) multe ori o javră păduchioasă … care se linge sub coadă …Acum, destui au adoptat deviza basesciană : “Numai boul este consecvent”, aratând că pot fi ÅŸi “răi”.

"La cultura non si ripartisce con organica spontaneità ed esattezza fra i gruppi sociali, man mano che la creano; pertanto, non si ripartisce in base alla loro capacità di comprenderla e di sentirla, sicché la cultura superiore viene iniettata in modo "pressoché"
meccanico alle masse. Queste diventano colte, ovvero pseudo-colte, perdono la loro autenticità e vengono falsificate dalla cultura superiore. Questo è il fenomeno della socializzazione, il regno del luogo comune che penetra nell'uomo sprovveduto, sloggiandone l'io autentico:"
J. O. y G.

Padova, museo Bottacin di Palazzo Zuckermann.

"La grande svalutazione italiana (Sec. IX-XII)"

"Il problema di qualunque unificazione monetaria, nell'alto Medioevo come oggi, è quello di evitare che il diverso sviluppo economico delle regioni interessate possa "destabilizzare" la nuova moneta (da qui il rispetto dei famosi "parametri").
Esattamente questo avvenne dopo la riforma di Carlo Magno. Nelle regioni centrali dell'Impero, Francia e Germania, la presenza di risorse minerarie ed il costante afflusso di rendite e tributi da tutto l'Impero garantirono una certa disponibilità di moneta, che mantenne stabili sia il peso che la lega.
In Italia invece, da un lato un'economia forse commercialmente + sviluppata che richiedeva sempre + denaro, dall'altro una bilancia dei pagamenti negativa (per le rendite di cui sopra), portarono alla diminuzione dello stock monetario disponibile.
Per evitare questo fenomeno (e la conseguente "deflazione", cioè l'aumento di valore della moneta), le zecche italiane iniziarono a peggiorare il peso e la lega delle loro monete, fino a far perdere loro quasi il 90% del contenuto d'argento. A differenza di quanto verrebbe da credere, questa svalutazione fu un fatto altamente positivo, perché consentì di finanziare i commerci con monete "a basso costo", il che portò le regioni italiane ad avere un sviluppo economico senza pari in Europa (anche se non lo sapevano, i responsabili di quelle zecche stavano praticando a tutti gli effetti una sorta di "svalutazione competitiva").

Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico fiume lento.
/
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.
/
La luna si nasconde e poi riappare
- lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare
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Sandro Penna

Grandezza significa: imprimere una direzione.
Nessun fiume è grande e ricco di per sé, ma è il fatto di ricevere e convogliare in sé tanti affluenti a renderlo tale. Ciò vale anche per ogni grandezza dello spirito. Importa solo questo: che uno imprima la direzione che poi tanti affluenti dovranno seguire, e non che uno possieda sin dall'inizio capacità grandi o piccole.

Friedrich Nietzsche, "Umano, troppo umano"

Lo Spirito Libero
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Si chiama spirito libero colui che pensa diversamente da come, in base alla sua origine, al suo ambiente, al suo stato e ufficio o in base alle opinioni dominanti del tempo, ci si aspetterebbe che egli pensasse. Egli è l'eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; questi ultimi gli rimproverano che i suoi liberi principi trovino origine nella sua smania di farsi notare, oppure addirittura che facciano pensare ad azioni libere, cioè ad azioni che sono incompatibili con la morale vincolata. Talvolta si dice anche che questi o quei liberi principi sono da attribuire a stramberia o a esaltazione della mente; ma così parla solo una malignità, che - essa stessa - non crede a ciò che dice, ma vorrebbe, in tal modo, nuocere: infatti, la testimonianza della maggiore bontà e acutezza del suo intelletto è di solito scritta in volto allo spirito libero, e a così chiare lettere, che gli spiriti vincolati la intendono benissimo. Ma gli altri due modi di spiegare l’origine del libero pensiero sono intesi onestamente; in effetti molti spiriti liberi si formano anche nell’uno o nell’altro modo. Tuttavia le conclusioni, a cui essi per quelle vie sono giunti, potrebbero essere, proprio per questo, più vere e attendibili di quelle degli spiriti vincolati. Nella conoscenza della verità ciò che importa è che la si possieda, non per quale impulso la si sia cercata o per quale via la si sia trovata. E se gli spiriti liberi hanno ragione, allora gli spiriti vincolati hanno torto, non importa se i primi sono giunti alla verità per immoralità e se i secondi si sono attenuti finora alla non verità per moralità. D’altra parte non appartiene all’essenza dello spirito libero che egli abbia opinioni più giuste, ma piuttosto che egli si sia staccato dalla tradizione, sia con fortuna sia con insuccesso. Di solito, comunque, egli avrà dalla sua parte la verità o almeno lo spirito di ricerca della verità: egli esige ragioni, gli altri fede.
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Friedrich Nietzsche - Umano, troppo umano