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Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti.

A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi.

Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato, ci si rende meglio conto di come sarebbe, averlo nel presente.

Ma non c'è più.

Tiziano Terzani

RAGIONARE RICHIEDE MOLTA FATICA.

Sono stato attratto da un commento firmato Marco Spiga in cui si prevedono(come solito oramai da diverso tempo) scenari apocalittici per la nostra uscita dalla moneta unica.
Avevo già commentato tempo fa a tal riguardo, vorrei ritornare sull'argomento facendovi fare qualche calcolo, premetto che, pur avendo i titoli non svolgo nessuna professione in tema economico-finanziario, sono solo informato e conscio di possedere un cervello che faccio funzionare.

Quindi chiedo a tutti voi di provare a fare questo calcolo:
Mettiamo in relazione il reddito medio annuo netto di 15.000 euro di un dipendente di una qualsiasi impresa, valore rimasto invariato negli ultimi 3 anni, con le maggiori tasse emesse in questi ultimi 3 anni:

anno 2011, nuove tasse e tasse occulte, importo su base annua a famiglia di 1.345 euro
anno 2012 nuove tasse e tasse occulte, importo su base annua a famiglia di 1.510 euro
anno 2013 nuove tasse e tasse occulte, importo su base annua a famiglia di 1.570 euro.

Prendendo quindi ad esempio gli ultimi 3 anni, restando immutato il valore del salario, l'aumento delle tasse nel 2011 ha inciso sullo stesso per il 9% circa, quindi il salario si è svalutato di tale percentuale, nel 2012 lo stesso aumento ha inciso per il 10% o poco più, quindi salario svalutato del 10%, nel 2013 stessa cosa, poco più del 10%.
Ora sommate le tre percentuali, arriviamo ad un 29% , teniamo conto della deflazione che ci abbuona nei tre anni un 2%, arriviamo al 27%, cifra che rappresenta la svalutazione del nostro salario nei tre anni osservati.
Badate bene, la svalutazione del salario,è frutto dell'aumento delle tasse e non dell'inflazione che nei 3 anni presi in considerazione è quasi nulla, considerate anche di avere crescita negativa per i prossimi 5 anni.

Ora chiedo agli eventuali scienziati in materia economica, ci costa più rimanere nell'euro o pagare una svalutazione del 30% ritornando alla sovranità monetaria?